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Brillo Magazine e UAU il festival insieme per una rassegna effetto sorpresa sul mondo dell’illustrazione

Illustrazione, workshop per adulti, musica dal vivo, yoga per bambini e laboratori per famiglie coloreranno UAU il festival, la tre giorni dedicata all’illustrazione in calendario dal 7 al 9 giugno al Parco Ermanno Olmi di Bergamo. E come suggerisce il nome, il primo festival di Bergamo dedicato all’illustrazione ha tutte le carte in regola per strabiliare, esplorare, conoscere, ispirarsi e, soprattutto, ricordarsi una cosa: “Il gioco è una faccenda molto seria, non serve a passare il tempo ma a capire il mondo” come diceva Enzo Mari. E quindi “Una faccenda molto seria” dà il nome all’edizione 2024 di UAU il festival che del gioco fa il suo cuore pulsante. Ma qual è il legame tra illustrazione e gioco? E quali punti di vista differenti può darci della realtà? Il gioco come anarchica possibilità di essere Altro, Nuovo, Tu. Il gioco come relazione con l’altro e con se stessi. Il gioco che crea e allo stesso tempo sovverte le regole. Quello che ne verrà fuori sarà un colorificio in cui si imparerà a creare un’illustrazione, un poster o un manifesto da parata, e si giocherà con la fantasia per scoprire che le forme possono essere profumate e i colori gustosi e, naturalmente, ci si sporcherà le mani.

E lì dove si muove qualcosa di bello non può non esserci Brillo, media partner dell’evento che supporta UAU il festival nella promozione dell’arte, dell’illustrazione e dei talenti piú interessanti nel mondo dell’illustrazione. Tra gli ospiti che porteranno la propria arte al festival, Alice Piaggio con le sue figure coloratissime, grottesche e ironiche. Illustratrice genovese, selezionata nel 2021 tra i venti giovani illustratori italiani più promettenti dalla Bologna Children’s Book Fair ed esposta nella mostra Eccellenze Italiane — la nuova generazione degli illustratori italiani per ragazzi, Alice Piaggio collabora con riviste e case editrici italiane e straniere ed è una delle fondatrici di PELO magazine, vincitore nel 2019 del Premio Illustri per la categoria Magazine & Newspaper. In occasione di UAU il festival Alice Piaggio presenterà sabato 8 giugno alle ore 19, in anteprima ufficiale, Il cavaliere errante, il suo nuovo albo illustrato appena pubblicato da Clichy edizione e condurrà, nella giornata di domenica 9 giugno, “Un azzurro non è un cielo, un verde non è un prato” un workshop di illustrazione per adulti che invita a giocare e a ritrovare quella gioia di sperimentare di quando si era bambini. Un esperimento, un gioco, ‘una faccenda molto seria’, prendendo in prestito le parole di Enzo Mari, per esplorare il caleidoscopico mondo delle forme e dei colori e sentirlo con tutti i sensi attraverso la tecnica della monotipia.

Il gioco sarà il cuore pulsante di UAU il festival 2024 e intorno a questo tema esploreremo, ci metteremo alla prova, usciremo dai canoni convenzionali per riscoprire quella spontaneità artistica che tutti abbiamo avuto da piccoli. Come riesci a metterti in contatto con la Alice bambina nel tuo processo creativo e quanto è importante per te? Ho sempre amato sperimentare e pasticciare con il colore fin da quando ero piccola; la mia creatività è da sempre stata stimolata e supportata da mia mamma, con cui spesso ci dilettavamo insieme con forbici e collage, tempera, pastelli… L’utilizzo di colori accesi e i forti contrasti sono una componente che caratterizza il mio lavoro e che in un certo senso ho ereditato dalla “me” bambina: il fucsia, il giallo, i blu, i rossi accesi sono la palette che ha accompagnato la mia infanzia e tutte le mie prime creazioni.

A volte il mondo dei colori può essere pieno di stereotipi che tendono a riproporre sfumature e significati limitanti. Possiamo partire proprio da qui per provare a raccontare ‘Un azzurro non è un cielo, un verde non è un prato’ – che cosa succederà nel tuo workshop? Partendo dalla citazione di Munari utilizzeremo il colore seguendo il concetto di colore/forma facendo fede solo alla propria sensibilità e alla propria creatività, accantonando gli stereotipi. Attraverso la monotipia, ovvero la tecnica su cui si baserà il laboratorio, realizzeremo immagini uniche, ricche di texture e di suggestioni che, talvolta, sono completamente involontarie al nostro controllo, sperimentando il concetto di negativo e positivo e l’imprevedibilità del segno.

Come si riesce a uscire dallo stereotipo sul colore? Bisogna immaginare il colore come una forma astratta, sforzandosi di dimenticare i rimandi alla realtà al quale esso sono collegati. Spesso nel mondo dell’editoria per l’infanzia prevale ancora uno stile, o comunque una linea comune, che è quella del disegno realistico, proporzionato, con colori tenui e tinte chiare.

Le tue illustrazioni sono esattamente l’opposto: accese, accattivanti, esplodono come un vulcano e infiammano
l’immaginazione. Come riesci a declinare questo immaginario nell’illustrazione per l’infanzia?
Fortunatamente il mondo dell’editoria per l’infanzia si è evoluto negli anni e sugli scaffali delle librerie si possono scoprire capolavori di illustrazione “non convenzionale” (se con il termine “convenzionale” vogliamo definire i classici alla Beatrix Potter o Quentin Blake, che comunque sono stati rivoluzionari a loro modo) come quelli di Beatrice Alemagna, Kitty Crowther o ATAK. È raro, ma ancora oggi mi trovo spesso a dover trovare un compromesso con gli editori quando si tratta di lavorare a libri per bambini: i personaggi deformati, le espressioni grottesche o anche l’utilizzo del colore nero per gli sfondi, sono ancora dei tabù difficili da estirpare nell’immaginario dei libri per l’infanzia.

Come affermi tu, nell’esperienza dei colori vanno attivati tutti i sensi. Un rosso può essere morbido, un blu croccante. Che gusto e che profumo ha la tua palette cromatica? Beh, uno l’hai già premesso tu, croccante. Però anche frizzante e
amaro. Sicuramente non delicato. Il workshop ideato e condotto da Alice Piaggio per UAU il festival 2024 prevede un numero di posti limitato e necessita di iscrizione. Per partecipare scrivere a uauilfestival@gmail.com

(Articolo di Sara Coseglia)

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