La serigrafia di Sofia Bonelli come esperienza meditativa

Sofia Bonelli, quando il caso è un destino.
Ti interessa il mondo dell’arte? A questa domanda per anni Sofia non avrebbe saputo come rispondere con precisione. Per lei l’arte non era un soggetto a cui doversi interessare, per lei l’arte era, ed è, casa. È il luogo in cui è cresciuta, a Roma nel quartiere di Tor Pignattara, dove nomi come Schifano e Fornasetti per lei sono semplicemente gli amici di papà e mamma. Sofia poi però diventa grande, e studia, sceglie prima le scienze pedagogiche anche se, piano piano, non solo capisce che a lei il mondo dell’arte interessa: l’arte è proprio la lingua che vuole parlare.
Come hai iniziato a fare l’illustratrice?
Ammetto che nemmeno sapevo di volerlo fare questo lavoro, è iniziato tutto così, per caso. Un esame all’università, dovevamo analizzare una serie di albi illustrati, per grandi e bambini. Mi si è aperto un mondo incredibile, è stata una sorta di folgorazione. Sono rimasta così colpita che ho pensato: anche io voglio fare qualcosa del genere. E così alla fine è stato. Nel 2016 ho vinto una borsa di studio per Mimaster, mi sono trasferita a Milano e nel 2017 mi sono diplomata in illustrazione.
Poi in soli tre anni hai aperto uno studio e oggi illustrare è il tuo lavoro. Come ti promuovi e come trovi i clienti?
Sicuramente social e sito sono importanti. Per me però la vera differenza l’ha fatta proprio aprire il mio studio. Anche qui il caso mi è stato amico. Lavoro da quando ho 15 anni e nel tempo ero riuscita a mettere via un po’ di soldi: più o meno 4 mesi di autonomia come affitto. Ho cominciato a guardarmi intorno un po’ per gioco, sognando di trovare uno spazio. Parlando con un amico viene fuori che ha uno studio che si libera in una settimana, me lo mostra, me ne innamoro, e lo prendo. Ed eccoci qui, oggi nel mio studio di serigrafia. Il passa parola per me ha fatto tantissimo.
E con la serigrafia invece com’é andata? Come mai quest’amore grande?
Sai che non sapevo nemmeno cosa fosse quando l’ho vista fare per la prima volta? (e ride) L’ho scoperta al master grazie ad un workshop fatto con Elisa Talentino, caso di nuovo e amore a prima vista. Per me la serigrafia è un’esperienza meditativa, sai quando fai una cosa pensi solo a quello? Ti leva da tutto il resto. Mi fa stare bene. La bellezza della serigrafia è che va bene quello che viene. Non esistono dei modi corretti. Anche quando la insegno lo dico sempre: Io lo faccio così, ma come ti viene fallo. La serigrafia per me ha qualcosa di intimo, è un linguaggio proprio, diventa parte di te.
E per i tuoi disegni, dove cerchi ispirazione?
Ovunque. Può arrivare da un colore, da un concetto ma anche dal feed di Instagram banalmente. Può arrivare da altre immagini, sicuramente anche da altri artisti. Ci sono artisti che mi piacciono per come lavorano le ombre, mi posso fissare su qualcuno anche solo per l’uso dei colori o per il tratto. Ho ancora tantissimo da imparare e osservare, capire, provare è qualcosa che faccio ogni giorno.

Ultime due domande veloci: un sogno ancora da realizzare?
Sogno di fare stampe d’artista, ma anche leporelli, piccoli libri speciali
E mi completeresti questa frase? Brillo quando…
Brillo quando credo in me stessa!