Le illustrazioni concettuali ed espressioniste di Sofia Figliè

Sofia Figliè è un’illustratrice nata e cresciuta a Carrara. Comincia a disegnare in tenera età e a 6 anni vince un concorso di pittura. Dopo un percorso di studi artistici nella sua città natale, Sofia si trasferisce a Firenze per frequentare il corso di grafica d’arte all’Accademia e in questi anni inizia ad avvicinarsi al mondo dell’illustrazione, soprattutto grazie all’influenza del suo docente Maurizio Olivotto. Successivamente si iscrive al biennio di illustrazione all’ISIA di Urbino e nel 2017 consegue il diploma di laurea realizzando un videoclip animato. Attualmente vive a Carrara, lavorando come illustratrice freelance.

Cosa influenza maggiormente la tua arte ed il tuo linguaggio espressivo? Se c’è una cosa che ho imparato all’ISIA di Urbino è quella di dare ad ogni “segno” un senso. Credo fortemente che le intenzioni debbano sempre essere giustificate poiché si lavora per gli altri e non per se stessi. Questo concetto mi ha svoltato totalmente, dandomi una diversa visione che ha permesso l’inizio del mio percorso artistico.
Inizialmente confesso che copiavo molto ( come ogni artista in fase formativa!). Replicavo soprattutto tutti gli artisti contemporanei che più mi piacevano come Laura Carlin e Scarabattolo; poi piano piano capii che per avanzare nel mio stile era necessario risalire alle loro influenze, così da poter comprendere al meglio le mie.
Mi sono da qui resa conto quanto gli studi fatti durante il liceo artistico (storia dell’arte) mi avessero influenzata e si riproponessero continuamente sfociando in un tratto espressionista.
Siamo curiosi di sapere come prendono vita le tue opere.. Raccontaci qualcosa a riguardo! Nel caso di una commissione la prima cosa che faccio è fare tanta ricerca sull’argomento e segnarmi qualche parola chiave che mi aiuterà poi ad elaborare il concetto (oltre ad osservare anche come altri illustratori hanno affrontato lo stesso argomento). Dopo essermi scritta qualche idea e il modo in cui intendo svilupparla inizio a fare dei bozzetti rapidissimi e scelgo fra 2 o 3 composizioni diverse. Scelta quella che penso sia la più efficace inizio a comporre l’immagine. Quando il bozzetto è pronto lo stampo e passo alla stesura del colore. Nella parte della stesura del colore posso rilassarmi perché è la mia parte preferita che mi viene naturale, difatti è quella che completo nel minor tempo. Se per caso ci sto troppo è molto probabile che abbia rovinato tutto.
Gli strumenti che uso sono prevalentemente l’acquerello e l’ecoline perchè mi piace l’effetto poco netto e un po’ fuori controllo anche se dopo postproduco sempre con photoshop per sistemare gli eccessi e fare un po’ di pulizia. Mi piace creare dei forti contrasti cromatici e per fare questo mi aiuto tanto con il nero che da profondità e forza all’illustrazione, solitamente lo do alla fine come ciliegina sulla torta ed è il momento in cui provo più soddisfazione. Non ricerco assolutamente l’armonia o la bellezza nel mio segno, cerco di essere il più spontanea ed immediata possibile, infatti mi succede di rado che la seconda o terza volta che disegno lo stesso soggetto sia meglio della prima volta.

Il tuo stile è uno stile fortemente riconoscibile, ha un tratto molto personale. E’ difficile trovare la propria identità creativa? Ciò che maggiormente mi ha influenzata dell’espressionismo tedesco è sicuramente l’utilizzo frequente di una moltitudine di colori. I colori mi aiutano ad esprimere un concetto, come anche nelle “folle” che spesso mi trovo ad illustrare. Proprio recentemente per una commissione da “Io Donna” mi è stato richiesto di esprimere dei sentimenti come “generosità” “invidia” e qui il colore ha avuto un ruolo fondamentale. E’ difficile rendere un concetto quando si rappresenta una massa, per questo il colore mi ha aiutato molto a rendere il tutto più dinamico e di facile comprensione, perché si, non basta saper disegnare bene ma è importante che le persone CAPISCANO COSA STAI FACENDO. Deve essere un linguaggio universale.


Palette colori: ne hai una tua definita o varia secondo necessità?All’inizio la palette non era affatto un problema di cui mi occupavo troppo. L’unica regola che mi davo era di inserire il nero, il grigio e una coppia di complementari, ma spesso non mi davo proprio delle regole e mi affidavo più all’istinto. Negli ultimi due anni invece ho iniziato a studiarmi delle palette facendo delle prove su un foglio, associando colori primari a complementari e terziari finché non uscisse un risultato che potesse soddisfarmi. Non nego che trarre ispirazione da altri illustratori mi ha aiutato.

Quali soggetti prediligi per le tue opere? Tendo a disegnare momenti di vita quotidiana, cose che mi hanno resa felice come le grandi tavolate di persone, i banchetti in famiglia e tra amici (momenti di cordialità). Diciamo che adoro illustrare anche tutto ciò che mi ispira, un libro, un film, una foto che ritrovo… con un pizzico di magia e surrealismo.
Oltre a questo confesso che sono un’appassionata di Psicologia, in particolare modo dei concetti come l’emozione, il tabù: per me è una sfida poterli rappresentare.
Contatti: @sofia_figlie